Condanna al risarcimento del danno morale per l’amministratore dalla contabilità approssimativa

L’amministratore che tenga la contabilità in maniera approssimativa ed incompleta, stili rendiconti incoerenti con le spese realmente sostenute e utilizzi fondi comuni per ragioni estranee alla gestione dell’ente agisce contro la legge e tradisce la fiducia dei condòmini. Egli, quindi, oltre a dover restituire tutto il denaro indebitamento distratto, potrà essere condannato anche al risarcimento del danno
morale procurato al Condominio. Lo afferma il Tribunale di Torino con sentenza 1875 del 13 aprile 2021.

A promuovere la lite è un condominio. La richiesta? Condannare l’ex amministratore a rendere le ingenti somme illegittimamente prelevate dal conto corrente condominiale e risarcire il danno causato. Domanda accolta. Intanto, premette il giudice, il condominio era senz’altro abilitato ad attivarsi siccome unico intestatario del conto bancario su cui risultavano versati i soldi dei condòmini e dal quale erano stati prelevati degli importi per spese effettuate per finalità estranee agli interessi della collettività. E
l’azione dell’ente non era affatto prescritta, come eccepito dall’uomo, considerato che le pretese economiche risarcitorie e restitutorie erano riferibili effettivamente e limitatamente al decennio antecedente l’iniziativa processuale. 

Tanto chiarito, il Tribunale si sofferma sul merito della controversia e sottolinea come i rendiconti fossero stati maggiorati rispetto alla documentazione di spesa ed il disavanzo adoperato per motivi diversi da quelli comuni e solo parzialmente restituito. 

In sostanza, alla gestione del condominio erano stati sottratti complessivamente ben 196 mila euro. A provarlo, gli esiti della consulenza tecnica d’ufficio. Ancora, non erano stati reperiti agli atti i registri della nomina e revoca dell’amministratore, dei verbali assemblee, di contabilità e l’anagrafe condominiale. Sotto il profilo della normativa fiscale, poi, mancavano i modelli 770 e le certificazioni uniche.
Dalle risultanze peritali, dunque, era evidente che l’ex gestore avesse tenuto la contabilità in maniera approssimativa ed incompleta, stilato rendiconti incoerenti con le uscite effettivamente affrontate, usato dei fondi condominiali per scopi differenti da quelli inerenti alla gestione incaricatagli. Egli, pertanto, non poteva che esser condannato alla restituzione della somma accertata dalla consulenza maggiorata
degli interessi legali dalla domanda al saldo.

Infine, circa la richiesta del risarcimento del danno morale avanzata dal condominio, il Tribunale rileva che indubbiamente l’amministratore aveva posto in essere una condotta contraria alle legge peraltro provocando un danno morale all’ente per abuso della fiducia in lui per anni riposta dai condòmini, distraendo le somme versate e violando ripetutamente le regole. Queste, le ragioni per cui il Tribunale di
Torino condanna l’ex gestore a riconsegnare gli importi indebitamenti incassati e ristorare il danno morale che viene liquidato equitativamente in 10 mila euro.

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